Empatia medico-paziente

È rilevante anche nei contenuti online?

L’empatia gioca un ruolo ormai accertato e sostanziale nel rapporto tra Medico e paziente, ma è possibile (e auspicabile) avvalersene anche nei contenuti digitali.

L’empatia in ambito medico

L’empatia, ossia la capacità di “connettersi” con gli altri, capirne le sensazioni e percepirne lo stato emotivo e il punto di vista, è un fattore estremamente importante in qualsiasi ambito comunicativo, anche in quello sanitario. L’empatia è infatti una componente essenziale per una comunicazione tra Medico e paziente davvero efficace ed è utile a costruire la base per divulgare informazioni e contenuti che siano percepiti come affidabili.

“Guardate dal finestrino dell’altro. Cercate di vedere il mondo come lo vede il vostro paziente.” Questa frase di Irvin D. Yalom – scrittore, psichiatra e docente statunitense –esemplifica perfettamente il concetto di empatia in ambito sanitario.

Peraltro le ricadute dell’empatia sono decisamente importanti in termini non solo di soddisfazione dei pazienti, ma anche di adesione al percorso terapeutico e di outcome clinico. È quanto emerso, per esempio, da uno studio retrospettivo italiano condotto su 20.961 soggetti diabetici, che ha documentato un tasso significativamente inferiore di complicanze metaboliche gravi nei pazienti di Medici con uno score di empatia elevato.

L’empatia nei contenuti online

Negli ultimi anni si è discusso e scritto molto di empatia in generale, meno di empatia “digitale”.

È possibile per un professionista della salute trasferire l’empatia anche online? La risposta è affermativa: il Medico può condividere in rete – anche attraverso i social media – una serie di informazioni e contenuti che gli consentano di connettersi con i bisogni dei pazienti.

Intercettare e rispondere ai bisogni dei pazienti

Oggigiorno, grazie anche all’aiuto di esperti del settore, è possibile farsi un’idea piuttosto precisa del proprio target e degli argomenti di maggior interesse/utilità per i propri pazienti. Qui entra in gioco l’empatia: immedesimarsi in loro consente infatti di identificarne i bisogni e comprenderne la situazione emotiva, i dubbi e le preoccupazioni (per esempio, in relazione a un intervento chirurgico, a una terapia farmacologica, all’impatto di una patologia sulla qualità di vita ecc.).

Una comunicazione empatica è in grado di rispondere ai bisogni dei pazienti mediante la divulgazione di informazioni precise e di qualità (ma chiare e comprensibili a tutti) per aiutare chi legge a migliorare la propria consapevolezza. Consapevolezza che può avere un impatto positivo anche sul percorso di cura.

Ma intercettare i bisogni dei pazienti non sempre è semplice e immediato; ben venga allora il supporto di un’agenzia specializzata in marketing sanitario, in grado di elaborare un piano editoriale ad hoc, mirato a implementare una comunicazione empatica ed efficace.

Bando al sensazionalismo!

Un paziente che, in un testo online di qualità, rintraccia le risposte agli interrogativi e ai dubbi che egli stesso avrebbe voluto porre, sarà certamente stimolato a leggere per intero quel contenuto e poi a condividerlo, con una ricaduta positiva in termini di visibilità per il Medico che l’ha pubblicato.

Ma attenzione: il concetto di empatia in ambito medico è ben lontano dai toni sensazionalistici utilizzati talvolta in rete al solo scopo di accrescere la propria visibilità!

Innanzitutto, le normative vigenti vietano la pubblicazione di notizie che suscitino aspettative illusorie, e la diffusione di informazioni false o non verificabili.

Inoltre, anche per una questione di etica professionale, una comunicazione corretta presuppone che il Medico utilizzi un linguaggio accessibile a tutti, ma appropriato dal punto di vista scientifico, non ingannevole e senza distorsioni che potrebbero generare false speranze. Non va percorsa la strada del contenuto o del titolo che desta stupore, ma quella dell’informazione rigorosa, semplice e utile.

I contenuti ritenuti sensazionalistici, peraltro, vengono bloccati dai social network.

Gli operatori sanitari dunque, anche avvalendosi del supporto di esperti del settore, possono e devono fare la differenza in termini sia di qualità che di modalità empatica di comunicazione.

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