Come valutare le performance del proprio sito

I migliori software per valutare il ranking di un sito web

Oggi, più che mai, farsi notare online significa guadagnare. Infatti, comparire tra i primi risultati di ricerca è fondamentale perché il proprio sito abbia maggiori possibilità di visita da parte degli utenti.

Si stima infatti che il primo risultato organico in Ricerca Google ha una percentuale di clic media del 28,5%, mentre già il secondo cala già drasticamente fino al 15%. Quei link che riescono a posizionarsi nella prima pagina della SERP hanno quindi molte più possibilità di guadagnare traffico rispetto a quelli che finiscono nella seconda.

Questo significa che qualsiasi azienda il cui obiettivo è convertire degli utenti in clienti dovrebbe adottare una serie di strategie per classificarsi più “in alto” possibile sulla SERP. Prima si compare, più utenti cliccheranno sul link e maggiori saranno le opportunità di conversione.

Come migliorare il posizionamento del proprio sito? Prima di tutto, è bene valutare la performance del sito stesso. Ci sono alcuni parametri da tenere in considerazione:

  • il sito è veloce?
  • la user experience è ottimale?
  • è ottimizzato SEO?
  • è disponibile la versione mobile?

Questi sono i principali requisiti per rientrare nel gruppo dei siti più performanti. Vediamo più nello specifico quali sono gli elementi da non trascurare per migliorare la performance di un sito web.

Metriche per valutare la performance di un sito web

Velocità di caricamento

Si stima che nel 53% dei casi l’utente interrompe la navigazione se alla pagina occorrono più di 3 secondi per caricarsi. Ciò vuol dire che il rischio di turnover dell’utente è davvero elevato e che bisogna intervenire sulla velocità di caricamento del sito attraverso, per esempio, un plug-in di cache come WP Rocket per WordPress.

Invece, per misurare questa metrica, esistono software come GTMetrix, che fornisce suggerimenti per velocizzare un sito, oppure Test My Site di Google, che attribuisce un punteggio in base ai risultati della scansione del sito.

Ottimizzazione SEO

Se le pagine del proprio sito web sono ottimizzate, con una buona densità di parole chiave efficaci, backlink e molti altri elementi legati alla SEO, allora avranno più possibilità di comparire tra i primi risultati della SERP.

Ci sono svariati software che scansionano il proprio sito e offrono una valutazione complessiva dello stesso lato SEO, in modo da intervenire su quegli elementi che potrebbero migliorare il posizionamento.

Segnaliamo qui il più diffuso, Screaming Frog, ma anche SEO Tester Online, SEMrush e molti altri.

User Experience

Il turnover degli utenti su un sito è causato spesso da una user experience non curata. Infatti, se l’utente prova stress durante la navigazione, tende ad abbandonare il sito e a passare su un altro. Quando si lavora sul web, è bene ricordare che le persone non vogliono perdere tempo, ma portare a termine un’azione il prima possibile.

Ecco perché la navigazione deve essere semplice, veloce e volta a portare a termine un’azione. Per verificare se la propria user experience è ottimale, si possono eseguire delle scansioni su alcuni software. Tra questi citiamo PlayBookUX oppure Indigo.Design.

Strumenti di questo tipo aiutano a individuare i problemi legati alla user experience e a intervenire per rendere la navigazione più fluida e coinvolgente.

Metriche di Google Analytics

Google Analytics è certamente uno strumento che qualsiasi marketer deve saper utilizzare per valutare l’andamento di un sito web. Questo software essenziale aiuta a misurare alcuni parametri e a comprendere come intervenire per migliorare la performance del proprio sito:

  • numero totale di visite in un dato intervallo di tempo
  • numero totale di utenti che hanno visitato il sito in un dato intervallo di tempo
  • numero totale di pagine visualizzate
  • numero medio di pagine visualizzate durante un dato intervallo di tempo
  • bounce rate, ovvero il numero di utenti che visitano il sito e abbandonano 
  • pagine più visualizzate
  • tempo medio in cui un utente rimane su una pagina del sito

Di questi parametri, solo il bounce rate deve avere un valore basso che indica un tasso inferiore di abbandono del sito. Tutti gli altri dati, più sono rappresentati da una cifra alta e migliore è la performance del sito web.

Dall’analisi di questi parametri su Google Analytics è possibile trarre diversi spunti. Ad esempio, le pagine meno visualizzate sono quelle su cui bisogna intervenire, migliorando i contenuti o l’ottimizzazione. Oppure, è possibile intervenire sulle pagine con una frequenza di rimbalzo, bounce rate, più alto e comprendere quali elementi spingono gli utenti ad abbandonare.

Se una pagina attira poco traffico e ha una percentuale di frequenza di rimbalzo elevata, bisognerà intervenire sull’ottimizzazione SEO, creando contenuti originali, con un uso attento delle keyword, dei backlink e della struttura del testo.

Google Analytics inoltre fornisce informazioni sul proprio target di riferimento, come per esempio la provenienza. E’ chiaro quindi che l’attenzione di questo strumento si concentri soprattutto sul comportamento degli utenti. Questo suggerisce che le strategie di un marketer, o di un medico in possesso del suo sito web, non possono non tenere conto di ciò che fa il proprio pubblico.

Il consiglio è quindi quello di tenere sempre monitorato l’andamento delle varie pagine e di intervenire immediatamente se si dovessero riscontrare problemi. Un calo di interesse da parte degli utenti o una diminuzione di visite dovrebbe destare subito l’attenzione, in modo da ripristinare la performance del sito web.

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